C’è un muro basso che attraversa la società italiana.
Ambientato lungo un’Italia difficile da commentare, un’Italia che è stata rappresentata mille volte, in chiave catastrofica o idillica, comunque perturbante.
There is a low wall dividing Italian society.
Set in Italy, in a difficult situation, that has been represented many times, in both tragic and idealized ways, always disturbing.
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In questo documentario l’attenzione devia scegliendo di seguire giovani attivisti, che incontrano la vita in luoghi normali che diventano straordinari: beni immobili confiscati alle mafie e restituiti alla pubblica utilità.
Luoghi dove ogni gesto quotidiano diventa una piccola rivoluzione.
In this documentary the focus shifts on young activists, who encounter life in ordinary places making them extraordinary: properties that have been taken from the mafia and given back to society.
Places where everyday actions become little revolutions. Vedi resto in word dedicato.
SINOSSI
“Siamo i figli di una cultura dell’antimafia degli eroi”.Così si scaglia Michele Gagliardo, da un ufficio di Torino. E invece si parla di futuro. Di una generazione che lavora sui beni confiscati alle mafie. Spazi nei quali diventa cruciale l’intervento attivo della comunità.
Spazi che sono contrapposti ad un ambiente obbligatorio e antisociale come può essere uno zoo safari. Questo parco tematico per noi racchiude così l’Italia intera: un museo a cielo aperto in balia di scarsa partecipazione e assenza di consapevolezza collettiva.
Percorrendo un’Italia fatta da isole, in cui prende corpo e cresce l’impegno delle generazioni nuove, ci sembra di vedere un piccolo Rinascimento, di essere testimoni di una rivoluzione lenta.
Qualcuno in Francia la chiama Decroissance (Decrescita).Altri in America la definiscono the Age of Access (Era dell’Accesso).Per noi è la seconda generazione del senso civico.
Arriva il momento in cui diventa importante concentrarsi proprio sull’educazione alla cittadinanza.
NOTE DI REGIA
Il film è cambiato. Il film è cresciuto.
Siamo tornati un anno dopo negli stessi luoghi e li abbiamo trovati ancora pronti ad accoglierci. Abbiamo dormito nella villa vuota anche noi, ma questa volta da soli, tra un’estate che finiva e quell’autostrada che non finiva mai per arrivare in Salento.
Se la sospensione è ancora il carico principale del film, vi si trova anche altro.
C’è il sud.
E non è tanto un sud italiano, quanto un sud della civiltà, dove non è il denaro o l’urbanismo ad incalzare, forse incalza lo sfruttamento, ma è un sud mentale, lontanissimo, e quando ci arrivi non puoi negare di aver oltrepassato un confine praticamente invisibile.
Saranno i confini dei regni precedenti, o qualcosa di inspiegabile, di ingovernabile, che probabilmente ha lo stesso valore a New York o a Sao Paulo.
Muro Basso è il luogo dove associamo per la prima volta il termine Decrescita ai Beni Confiscati.
Crediamo di vedere in questo una rivoluzione, lenta forse, ma resistente.
Enrico Masi,estate 2013, Londra
Consideriamo la Decrescita come insieme di pratiche quotidiane, in una società della crescita in cui non c’è più crescita.
Ci avviciniamo a questa attitudine alla rivoluzione con le mani di chi goffamente brandisce una zappa, si accanisce contro una siepe, o “scende dal nord apposta”.
Attraversiamo l’Italia da nord a sud e troviamo spazi il cui abbandono diventa un rischio, spazi meravigliosi che raccontano una tremenda bellezza, l’isolamento italiano, che svisceriamo con il confronto dialettico.
Immaginiamo alla maniera di Tretti un dialogo tra un vecchio mafioso dal carcere e un grande giornalista al fianco di un giovane attivista del sud; tra un sopravvissuto ad un attentato della ‘ndrangheta, la figlia di un dirigente statale freddato in casa e un Papa di venti anni prima, tra uno spazio liberato e uno obbligato.
Incontriamo le persone che si sporcano le mani per creare un’economia pulita, dialogano le icone del mondo dell’antimafia e quello della formazione, attraverso la musica e il cinema come lingua universale, per uno strumento di ricerca e discussione.
Muro Basso è il testimone di un’eccellenza tutta italiana che da una profonda lacerazione riesce a far emergere una proposta di sviluppo possibile.
Stefano Migliore,estate 2013, Salento
CREDITS
Production: CaucasoIn collaboration with: University of Bologna, Libera, Gruppo Abele
Director: Enrico Masi and Stefano Migliore
With: Tiberio Bentivoglio, Enzo Biagi, Luigi Ciotti, Luciano Leggio, Alessandro Leo, Michele Gagliardo, Fiorella Mannoia, Daniela Marcone, Manuela Mareso, Karol Wojtyla.
Editing: Stefano Croci, Massimiliano Bartolini, Enrico Masi, Laura Luppi
General Supervision: Laura Corazza, Alessandro Zanchettin, Sara Donini
Photography: Giuliana Fantoni
OST: Zende Music
Special Music Contribution: Pasquale Mirra, Marco Piacente, Ivana Grasso
Suond: Stefano Migliore
Sound Designer: Jacopo Bonora
Color Supervision: Alberto Gemmi, Giuliana Fantoni
Post production supervisor: Giuseppe Petruzzellis
Thanks to: Narcomafie – Torino, Arci, Dipartimento di Scienze dell’Educazione – Alma Mater Studiorum, Fondazione Italiana per la legalità e lo sviluppo “Generale dei Carabinieri Ignazio Milillo”, Franco La Torre, Rai Teche
TRAILER https://vimeo.com/117825367